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La nuova Biennale di Architettura di Venezia firmata Carlo Ratti: protagonista la scienza
Dal 10 maggio al 23 novembre per la prima volta il Padiglione Centrale si trasferisce in città
La 19. Mostra Internazionale di Architettura si intitola Intelligens. Naturale. Artificiale ed è curata da Carlo Ratti (Mit Sensible Lab, Carlo Ratti Associati). primo curatore italiano - ancorché expat - dopo più di un decennio. Presentata a Venezia, è sulla carta molto avvincente in questi tempi difficili, se non impossibile, che l’umanità affronta.
Lunga sei mesi - dal10 maggio al 23 novembre 2025 - presenta molte novità. Due di comunicazione istituzionale: per la prima volta la Rai seguirà l’evento con canali dedicati. Per la prima volta (se si eccettuano collane di libri minori) la Biennale pubblica il catalogo direttamente, che sarà in due volumi come d’abitudine (uno dedicato alle partecipazioni nazionali). E una tecnica: il Padiglione Centrale ai Giardini sarà chiuso per restauri quindi la sezione tradizionalmente ideata dal curatore accanto a quella ubicata alle Corderie si sposterà in giro per la città trasformando Venezia in un laboratorio internazionale. Infine, come altri curatori prima, Ratti ha stilato un manifesto di sostenibilità a cui tutte le esibizioni, non solo quella curata da lui, devono aderire.
‘La natura avvolge la Terra, il mondo richiede l’intelligenza’, dice il nuovo presidente di Fondazione La Biennale, il filosofo Pietrangelo Buttafuoco nominato dall’attuale governo di destra e nazionalista ‘quando abbiamo iniziato questo viaggio con Carlo Ratti - la cui specificità è quella di essere architetto e ingegnere ma anche un profondo conoscitore della tematica urgente della consapevolezza del rapporto obbligato tra terra e mondo - ci siamo concentrati sulla ragione della Biennale di essere interprete e specchio esatto del farsi mondo della terra. Questa Biennale trova un codice, un riferimento che tutti noi dovremmo indagare quando abbiamo la responsabilità di contenuto, quando siamo portatori di un’impegno teoretico: per dare le risposte che la Terra per farsi mondo ha bisogno, soprattutto quando quest’ultimo si sgretola’. Il Presidente della Biennale continua, a braccio, affermando: ‘Tra la terra e il mondo c’è la poleis, l’abitare. Che ci riguarda tutti. Le mie parole sono sempre fonti di equivoco quindi cito le parole di un maestro ed amico caro, Luciano Violante che sono apparse in un editoriale pubblicato dal Corriere della Sera quale settimana fa, che è tema di architettura e confronto intellettuale e di dovere specificatamente politico: tutto si sustanzia in una parola che dona sostanza e nitore di responsabilità, quando vediamo la distruzione in Birmania, Ucraina, Gaza: domicidio. Si accompagna al genocidio e altre attività di distruzione in ogni guerra.
Si tratta della deliberata e sistematica distruzione di tutte le abitazioni, scuole, ospedali, allo scopo di privare un popolo della loro identità e capacità di sussistenza.
Il memoricidio è solo un altro aspetto del domicidio: la casa è diventata materia di guerra. Bisogna abbattere ospedali, scuole, biblioteche, tutto, per trasformarli in mandria. Ecco il dovere di un’istituzione pubblica come la Biennale (quest’anno attraverso la disciplina dell’architettura): di offrire, oltre alla responsabilità scientifica, quella magnifica libertà che è lo spirito critico.’
Carlo Ratti (Carlo Ratti Associati, Sensible MIT Boston): ‘Guardate Venezia, è l’epitomizzazione di tutto il farsi mondo: non era un luogo per gli uomini ma è diventata una meraviglia del mondo. C’è un’intelligenza naturale della Laguna con i suoi cicli, c’è un’intelligenza artificiale che parte dalla costruzione degli edifici, c’è l’intelligenza collettiva in cui le generazioni si scambiano le conoscenze. Poi abbiamo questo: gli incendi, le alluvioni, la siccità: dobbiamo trovare il modo per affrontarli con l’architettura. E la scienza, che sarà molto presente in questa Biennale. La crisi climatica è evidente e sotto gli occhi di tutti, siamo vincolati al Nino e alla Nina. L’architettura si occupa da tempo di clima, prendete (Richard, ndr) Rogers, ha scritto un libro sull’architettura che mitiga le emissioni. La verità è che l’architettura non serve solo a questo. Ora bisogna passare dalla mitigazione all’adattamento: l’architettura ed l’ingegneristica sono la nostra unica speranza. Quest’anno cercheremo di scoprire proprio questo e capire cosa fare sul pianeta partendo da Venezia.
La mia Biennale ha oltre 750 partecipanti, ci sono anche filosofi, artisti, agricoltori, stilisti, intagliatori oltre ad architetti e ingegneri, scienziati e matematici. Perché abbiamo bisogno di molti saperi per la mitigazione. Ci sono più di 280 progetti, oltre 500 partecipanti in team interdisciplinari e così via.
Un’open call questa estate ci ha stupiti della enorme partecipazione, ci saranno team che partecipano con premi Pritzker, ex curatori della Biennale accanto a giovani studenti.
Dobbiamo imparare dalla scienza: quando si fanno i paper sono citati anche i co-autori e questa Biennale vuole diventare parte di una rete collaborando con altre istituzioni.’
Ancora sotto embargo progetti sull’acqua finanziati dal Ministero degli Affari Esteri, COP30 e altri attori istituzionali e gli incontri Gens dove sarà dato spazio a voci altre dall’architettura e dove sono ancora aperti slot di partecipazione. ‘Non dobbiamo smettere di relazionarci alla politica, dobbiamo sempre fare proposte e lasciare alla gente il tempo di dibattere della loro diffusione’.
#BiennaleArchitettura2025
#Intelligens