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A Verona di scena il marmo, in fiera e in città, con Marmomacc fino al 29 settembre
Design sostenibile con la pietra
Ritorna, fino al 29 settembre, Marmomacc a Verona, la città che si contende con Carrara la più importante industria estrattiva e trasformativa di marmi e pietre al mondo: un primato che, sebbene sia eroso sempre più da Turchia (dal lato estrattivo) e da Cina (dal lato trasformativo) resta ancora in salde mani italiane.
Marmomacc è la più importante fiera italiana dedicata al marmo e alle pietre, dall’estrazione alla lavorazione fino alla commercializzazione e ad ogni capillare servizio dedicato, incluso il matchmaking online con gli architetti del globo per tutte le aziende espositrici che vogliono promuovere i loro prodotti. Fino al coinvolgimento dei giovani: dalla Stone Academy (la prima esperienza di formazione tra fiera e università in Italia) alle mostre e ai premi per giovani designer, alla sezione Marmomacc Meet Design in città.
Marmomacc è questo e molto altro. La fiera organizza infatti saloni dedicati all’estero per la restante parte dell’anno (Saudi Stone Tech e l’evento gemello nelle Americhe). Quest’anno va in scena nella città scaligera la edizione numero 47, che a detta degli organizzatori conferma, sostanzialmente, i numeri del 2011: 61 paesi, oltre 1500 espositori, di cui il 56% internazionali. Tra i paesi presenti quest’anno: Algeria, Argentina, Arabia Saudita, Austria, Belgio, Brasile, Bulgaria, Canada, Cina, Cipro, Iran, Israele, Libano, Macedonia, Messico, Montenegro, Russia, San Marino, Serbia, Spagna, Sudafrica, gli USA. Fino al Vietnam.
Per orizzontarsi nella grande fiera, ecco il layout principale: nei padiglioni 1, 2, 4 e 5, oltre all’area A, le macchine e le tecnologie per il marmo; nei padiglioni 7 e 3 mezzi, abrasivi e prodotti chimici per la stone industry; nelle aree A, B, C, D e 8s i blocchi e i materiali semilavorati; infine marmi e graniti nella hall 3. Tutto il padiglione 7B è dedicato al training, alle università e alle mostre di design oltre che alla speciale competition. Inside Marmomacc, questo il titolo dato al padiglione, presenta installazioni e progetti di design.
Oltre al Forum del Marmo: un panel non stop di conferenze, lecture, convegni e mostre dalle facoltà di architettura e design.
Per la seconda edizione, un riconoscimento anche ai lavori dei migliori studenti delle università italiane con la consegna del Premio Tesi di Laurea, Passaggio Architettura e Design Litici.
Marmomacc Meets Design, giunto alla sesta edizione, mette in relazione aziende e progettisti attorno a un tema - quest’anno è il colore applicato alla pietra per nuovi lifestyle nel segno della sostenibilità applicata ai progetti di arredo. Ecco i nomi: Lorenzo Damiani per Calvasina, Zaha Hadid per Citco, Massimiliano Caviasca per Fuchs, Setsu & Shinobu Ito per Grassi Pietre, Lucy Salamanca per Odorizzi Porfidi, Luca Scacchetti per Pi.Mar., Grafton Architects per Pibamarmi, Lorenzo Palmeri per Stone Italiana, Tobia Scarpa per Testi Group.
Sesta edizione anche per il Best Communicator Award che premia le aziende espositrici che meglio comunicano le potenzialità del marmo e della pietra attraverso l’allestimento dei propri stand.
In città, invece, forse la sezione più attesa dal grande pubblico, Marmomacc and the city: si tratta di opere e progetti nuovi (o di archivio) che hanno per oggetto la rilettura delle possibili applicazioni della pietra, anche monumentali, soprattutto nel campo della scultura: in piazze storiche e cortili, grazie al lavoro di una giuria che le ha selezionate, sono sette le aziende che espongono anche a Marmomacc (Franchi Umberto Marmi, Fratelli Poggi, Grassi 1880, Lavagnoli Marmi, Margraf, Stone Italiana, Testi Group) con pezzi in mostra. Marmomacc and the City è un progetto in collaborazione con il Comune di Verona, Ordine degli Architetti della provincia di Verona, con il coordinamento a cura di Laura De Stefano.
Aggiorneremo questo post tra poche ore, dopo la nostra visita in fiera ed in città che si svolge oggi, invitati da Verona Fiere a partecipare al ricco cartellone di eventi in programma.
Nei download, date un’occhiata al layout espositivo ed al programma dei forum: oggi, tra gli altri appuntamenti, la lectio magistrale di Grafton Architects alle 16. Si tratta degli architetti irlandesi che hanno progettato la nuova Bocconi a Milano e che sono stati recentemente premiati alla Biennale di Architettura di Venezia.
Un commento di Ms Alien, dopo la visita in fiera
“Seguendo la lezione di Carlo Scarpa, di cui per la prima volta poche ore fa abbiamo visto una straordinaria architettura in provincia di Verona, noi che come studio ci concentriamo soprattutto su qualità architettoniche come massa e gravità, monumentalità e contesto (in una parola la nostra architettura è una nuova geografia), abbiamo soprattutto a cuore la grande responsabilità di lavorare con la ‘terra modificata’. Di questo si tratta, per usare le parole di Scarpa, quando si lavora con la pietra e con il marmo: usiamo pezzi di paesaggio che come progettisti dobbiamo considerare con estrema attenzione, stiamo usando un tesoro! E lo dobbiamo restituire sotto forma di costruito quel tesoro, proprio alla collettività che lo ospita, in modo ancora più fiero”.
Sono queste alcune delle parole di Grafton Architects sulla progettualità in pietra. Lo studio irlandese tutto al femminile che in Italia ha costruito la Bocconi di Milano e che al Marmomacc ha costruito uno stand per un’azienda italiana, in una lectio magistralis ha parlato del nuovo ateneo di Lima, di un nuovo campus in Francia oltre che chiarito la relazione con il modello ed il contesto grazie al progetto, Leone d’Argento, che hanno presentato alla Biennale di Venezia ancora in corso.
Se le architette hanno espresso una grande padronanza con il mondo della pietra - a Milano ad esempio hanno affiancato pietre “cheap” come il ceppo ad alcune più importanti come il bianco lasa per costruire un monolite permeabile che si comportasse come la città che lo ospita, metafora di chiuse e darsene che trattiene e rilascia energia - a Marmomacc altri progetti di design possono curiosamente attirare l’attenzione, anche dei profani, verso il mondo del design in pietra. Tre le nostre shortlist.
Un’azienda attiva sia nelle pietre naturali sia nei composti, Stone Italiana, ha presentato una nuova collezione di “non-colore”, bianco declinato in sette diverse finiture (che echeggiano i fogli di carta) e grigio in 5: si chiama Carta Pietra e si tratta di composti di quarzo resinati (molto resistenti e più duttili del marmo per essere utilizzate nel campo dell’arredo). Quest’azienda segue l’accorato appello di Grafton, e non butta via niente (ogni scarto è riutilizzato, persino le polveri, e si è dotata di quelle che nel campo della trasformazione litica sono le certificazioni più importanti). Carta Pietra si può toccare (al buio e alla luce) nelle diverse finiture ospitate dal curioso spazio Marmomacc Lab e ovviamente nello stand di Stone Italiana, il cui exhibit design firmato Lorenzo Palmeri, è stato menzionato nel premio Best Communication Award (vinto da Calvasina, di cui parleremo tra un attimo). Palmeri ha offerto i diversi modelli di Carta Pietra mimando una sorta di stratificazione geologica: tavoli involontari che presentano foglio dopo foglio le diverse palette. Ci è venuta subito un’idea di applicazione sociale e comunicativa di questi “non-tavoli” in uno spazio pubblico e l’abbiamo già raccontata a Palmeri e a Stefano Grandi, architects consultant di Stone Italiana, chissà cosa accadrà!
Calvasina, azienda brianzola attiva dal 1830, è stata insignita del premio come miglior stand e ospita una collezione di arredi destinati sia al mercarto limited che a quello industriale – sono ancora in fase di pricing – firmati Lorenzo Damiani (con la collaborazione tecnica e ingegnerizzazione di Pusterla&Ronchetti). Utilizzando marmo e granito, Damiani e Calvasina presentano una panca da interni, un tavolo e - con le stesse tecniche - anche una panca da esterni, oltre che sgabelli. Damiani risponde al monito di Grafton fornendo, grazie agli skill tecnici di Calvasina che ha reso possibili queste creazioni, leggerezza e sostenibilità: curvando il marmo e diminuendo gli spessori ottiene un cospicuo risparmio di materiale che, alleggerito soprattutto per quanto riguarda tavolo e sgabelli e panca da esterni, consente anche minori costi di trasporto.
L’applicazione più sorprendente della pietra a Marmomacc, declinata insieme ad un’originale creazione di “dialoghi produttivi”, è quella dei toscani gumdesign. Confini Spontanei Naturalmente Reversibili (di cui hanno dato alle stampe un agile e bel volume bilingue con Pezzini Editore, ISBN 9788896915783) è, insieme: un concept di business, una mostra giunta alla terza edizione e una serie di arredi in marmo ed altri elementi, realizzati dai designer grazie alla collaborazione di più aziende che gli stessi autori hanno prima trovato e poi messo in relazione (anche produttiva) tra di loro.
Tutti customizzabili e producibili anche su misura, gli arredi spaziano da librerie e mobili da ufficio, a salotti con tavoli, fino a camini in forme curiose (adatte non solo per case, ma anche per spa) e un bellissimo catalogo di luci. I miei preferiti: la libreria (De Castelli/Nerosicilia), il camino chaise-longue Affinità (Dim’Ora/Friuli Mosaic), la collezione di lampade Stonato (Martinelli Luce/Il Casone).
Se il tema di Marmomacc Meet Design (in cui le tre proposte più interessanti sono inserite) era il colore, gumdesign ha saputo utilizzarlo nel modo più intelligente e contemporaneo - accoppiando materiali sobri, e pietre straordinarie come la pietra forte brevetto del Il Casone con cave proprietarie, e tinte fluo.