Harmony Equilibrista Korine: una recensione e il commento speciale di Alien

Harmony Korine non premiato a Venezia esce in Italia (finalmente)

sezione: blog


categorie: Cinema,

» archivio blog

Harmony Equilibrista Korine: una recensione e il commento speciale di Alien

Harmony Korine non premiato a Venezia esce in Italia (finalmente)

Bikini e grossi sederi, ecco cosa è la vita. Always and forever. Parola di un rapper gangster (James Franco/Alien) che si unisce, nel momento del dramma, a una vacanza di primavera (Spring Break) di quattro amiche collegiali dell’entroterra americano, tutte bionde tranne una (Selena Gomez) e tutte (nella vita professionale prima di incontrare il magico regista americano outsider 39nne) starlette di Disney World.

Korine scrive e dirige Spring Breakers (che vede anche il rapper Gucci Mane, nella parte dell’altro gangster Archie) per la prima volta usando il colore come una lisergia, grazie alla magica fotografia del belga Benoit Debie (Irreversible e altri 20 tra documentari e corti oltre che film), e la colonna sonora più pop di sempre accoppiata a scene talvolta puntinate come su una tela. Harmony Korine ipoteca il Leone a Venezia e James Franco la migliore interpretazione maschile (con il finanziamento della Florida Commission per l’audiovisivo). Peccato che questa giuria non avrà fegato per assegnarglielo.


Un commento di Alien: Harmony Equilibrista Korine

Dopo una battaglia senza esclusione di colpi con i “privilegiati” dei badge stampa rossi e blu, da press con il badge arancio (io, paria) sono finalmente riuscito a vedere il tanto nuovo atteso film di Harmony Korine. In modo inusuale prendo posto nel mezzo della platea e non in prima fila, dove in genere preferisco stare, due chiacchiere con la vicina di posto romana che e’ venuta esclusivamente per vedere quel gran figo di James Franco e via, si parte!

La sensazione è quella di essere quasi al luna park, su una spaceship o qualcosa del genere, colori psichedelici, la musica di Skrillex (californiano classe 1988) pompa alla grande e mancano solo gli occhialini 3D.
Dopo 20 minuti circa di culi,  tette e monosillabi c’è già chi comincia a lasciare la sala (per questo mi piace stare in prima fila, così gli stolti non mi condizionano..), inconsapevoli di quello che verra’.

Korine mette tutti alla prova, soprattutto sè stesso. Un film che farà discutere e che separa gli animi: o lo ami o lo odi. I critici presuntuosi probabilmente storceranno il naso di fronte ai truzzi che si arrapano con poco, perché il trucco di Korine sta proprio nell’equilibrio intrinseco di questo film, con scene da video pop e pelle nuda a volontà senza essere ne’ volgare ne’ fuori luogo (avete mai fatto un party di spring break in spiaggia a Miami?!?).

Korine è riuscito in qualcosa che solo Tarantino è riuscito a fare: un film che sembra di serie Z ma che invece è da prima categoria e da Leone D’Oro.

Non ho ancora capito chi è il protagonista e probabilmente perché non ce ne sono: l’interpretazione di Franco è esemplare, perfettamente calato nel ruolo del Gangsta rap, incluso total grillz e pistola d’ordinanza. Esce di scena nel migliore dei modi. Le ragazze sono un corpo unico, anonymous girls che si fanno forza a vicenda, delle provocatorie Pussy Riot consapevolissime della forza della loro giovinezza e pronte a tutto pur di trovare il loro posto nel mondo.

Insomma, Spring Breakers è un film sul desiderio di evadere dalla routine, sulla voglia di divertirsi e far casino. Un film che è una preghiera electro-house. Ma soprattutto un film politico che riesce a dare un messaggio importante, che i soliti signori occhialuti e bigotti non riescono a vedere, nonostante venga trasmesso fino a rischiare di diventare un film ripetitivo: che esistere e’ resistere e chi resiste vince.