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Un libro per conoscere le farfalle diurne. Dove vivono, dove non possono più
Il primo atlante, in italiano ed inglese, sulle farfalle venete
Quanti di voi sono appassionati di farfalle? Certo vederle volare dal vivo, in parchi specializzati (una delle mie preferite in Italia è la Butterfly House di Collodi, Pescia) è una delle esperienze più emozionanti, ma non è raro imbattersi in belle collezioni da album come quella conservata nel museo veneziano di storia naturale stretto – in quello che viene definito Museum district, San Stae – tra veri titani, come la Fondazione Prada e Ca’ Mocenigo.
E’ proprio il museo veneziano ad aver presentato, due giorni fa, un atlante straordinario che raccoglie tutte le farfalle (diurne) che abitano in Veneto: ci racconta quali specie, la loro fenologia (gli stadi di sviluppo del loro corpo), i dati di avvistamento (comparati sia con le serie storiche sia con altri metodi) e ci racconta di cosa si cibano e quali sono gli habitat in cui possono sopravvivere. Certo, perché la farfalla, ancora più dell’ape, ci consente di avere degli allarmi precoci sui cambiamenti (di clima, di habitat e di territorio). Questa pubblicazione (edita anche in inglese da Marsilio) è stata resa possibile grazie all’utilizzo di fondi europei stanziati proprio per studiare i cambiamenti climatici e morfologici del territorio, salvaguardando la biodiversità.
Farfalle del Veneto - Atlante distributivo conta oltre 400 pagine in grande formato ed è stato scritto da Lucio Bonato, Marco Uliana, Stefano Beretta con un metodo molto suggestivo: la collaborazione di decine e decine di osservatori volontari i quali, per quasi cinque anni (il libro ha cominciato a prendere forma nel 2009 per terminare ed essere pubblicato quest’anno) hanno assistito i ricercatori nella rilevazione territoriale delle farfalle censite. 170 sono le specie di farfalle nel Veneto: per la prima volta, grazie a 60.000 dati incrociati, sappiamo dove vivono e se sono diventate rare o meno. E abbiamo anche sfatato false credenze di Ropaloceri residenti (una prima embrionale classificazione di farfalle presenti in alcuni rilievi montuosi era stata stilata in precedenza, ma il volume ora mappa tutta la regione). Oltre ad essere un pregevole strumento didattico, è un volume da leggere con calma ogni giorno, è ricco di meraviglia e la scienza – dati biologici, chimici e fisici – viene raccontata per essere compresa (in modo completo ma al contempo semplice).
Marco Uliana (il capo della sezione Entomologia del Museo di Storia Naturale a Venezia) ci ha raccontato meglio il progetto che ha reso possibile la creazione dell’atlante bilingue. Acronomio ARVe, è un gruppo di ricerca citizen based che ha prodotto anche un sito internet (http://www.farfalleveneto.eu/ che al momento pare non funzionare) dove è possibile verificare e continuare la ricerca. Uliana è, inoltre, tra i ricercatori sul campo del volume: sue molte delle bellissime foto di farfalle nell’atlante. Ogni immagine di Ropalocero è corredata da una sinossi che racconta dove e quando è stata scattata.
ARVe non è l’unico progetto di ricerca attivo nel museo veneziano. Uno degli altri è dedicato al gatto selvatico delle dolomiti bellunesi. Tutti si occupano di biodiversità. Oltre alla divulgazione e alla formazione della popolazione – dai bambini agli adulti - tutti, in un modo o nell’altro, cercano di contribuire a tenere alta l’attenzione sugli alert che spesso la natura ci manda e noi ignoriamo.
Lucio Bonato, Marco Uliana, Stefano Beretta - Farfalle del Veneto: atlante distrubutivo (Butterflies of Veneto: distributional atlas) - Marsilio Editori - Venezia - Euro 43 (prezzo scontato al museo)