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Premio Arte Laguna: fino al 6 aprile alle Nappe, al Telecom Future Centre e all'istituto Romeno
110 artisti finalisti in mostra in cinque sezioni più due speciali: under 25 e architettura
Fino al 6 aprile Venezia ospita l’ottava edizione del Premio Arte Laguna, curato da Igor Efrem Zanti (aperto tutti i giorni in tre sedi: Arsenale, Telecom Future Centre, Istituto Romeno). 110 finalisti e le loro 870 opere (esposte in 5 sezioni ciascuna con premio di Euro 7000: pittura, scultura e installazione, video arte e performance, fotografia, arte virtuale e digitale) sono stati festeggiati da una affollatissima serata di premiazione avvenuta sabato 22 marzo (nella principale delle sedi espositive, le Nappe dell’Arsenale Novissimo) ed in seguito con un party allo IED Venezia, accasatosi nello splendido Palazzo Franchetti e attualmente diretto proprio dal giornalista e curatore Zanti che ha fatto gli onori di casa in doppia veste accogliendo i numerosi ospiti, partner ed artisti intervenuti.
Un’edizione speciale quella 2014, secondo Beatrice Susa, una delle due fondatrici: rinsalda ancora di più il suo legame speciale con Venezia, la città tutt’uno con il premio sin dalla sua nascita. Speciale anche il rapporto con la Giuria, se possibile ancora migliore delle precedenti, secondo Susa. Tra di essi Andrea Viliani (attuale direttore del Madre, Napoli), Victoria Lu (direttore creativo Museo Arte Contemporanea, Taiwan), Miguel Amado (curatore del Padiglione Portoghese, il traghetto rivestito da Joana Vasconcelos fuori ai Giardini), Jonathan Watkins (Ikon Gallery, UK).
Differenze e continuità. Le prime: meno residenze con partner più selezionati (si registrano due nuovi ottimi compagni di strada che accolgono gli artisti scelti dalla giuria: la scuola del Vetro Abate Zanetti e Miramarmi); le seconde: il rapporto con Venezia si rinsalda anche grazie alla partnership con due istituzioni tra di loro molto diverse. Il TFC (Telecom Future Centre), a pochi passi dal ponte di Rialto, ha concorso al Premio aumentandone la dotazione (5000 euro alla realizzazione di un progetto innovativo di fruizione turistica della sua sede, i bei chiostri di San Salvador: andato al giovane architetto Nicola Simion, menzionate anche Patrizia Facchinetti e Maria Grazia Schmidhauser per il divertente Salotto Impertinente). E l’Istituto Romeno di Cultura, a Cannaregio, dove è ospitata la sezione Under 25 che riserva piacevoli sorprese (un nome italiano su cui tenere gli occhi aperti è il giovane scultore di Vaprio D’Adda Gabriele Dartizio).
Convince molto il lavoro della giuria su quasi tutte le sezioni. In particolare sulla vincitrice del premio di Euro 7000, sezione video, la performer keniota Apiyo Amolo (che racconta la storia di persona non grata in Svizzera dopo le recenti chiusure della maglia di tolleranza sugli immigrati che hanno contratto matrimonio, poi sciolto, con cittadini svizzeri). E sul premio (difficilissimo da assegnare, per la qualità delle proposte) della sezione scultura, andato all’irlandese Elaine Byrne, classe 1970, che lavora sulla memoria ed i suoi toni primari, sulle forme razionali a partire dalla citazione di Federico Kiesler. Non convince la scelta dei giurati (Claudia Zanfi, Sabrina Van Der Loy) sulla sezione fotografia, da sempre una delle migliori del Premio, dove di sicuro scegliere è più arduo rispetto alle altre quattro e dove stavolta la scelta, sebbene annaffiata da diverse menzioni speciali, non rispecchia appieno la qualità di quel che è in mostra. Qui ha vinto un’opera la cui forma didascalica non premia ne’ il contenuto, ne’ la visione e non certo elegge a “arte fotografica” (questo il titolo della sezione) un composit di scarso valore formale (se paragonato alle altre opere in mostra). L’autrice premiata è Victoria Campillo, Spagna, classe 1957.
Tra i prossimi appuntamenti del premio, sabato 29 marzo alle 14.30 un talk dedicato agli spazi industriali ed al riuso (Tesa 105, Arsenale) e alle 14.30 (Sabato 5 aprile) Il mercato dell’arte in tempo di crisi nella stessa stecca industriale poco distante dalle Nappe che ospita il grosso della mostra. Il primo è molto attuale se si considera che la proprietà dell’Arsenale, da poco più di un anno, è passata dal Demanio al Comune di Venezia.