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Terza edizione del Premio Moroso. A Venezia, the winner is....
24 selezionati, 12 in mostra, tre premiati per altrettante installazioni negli show-room Moroso
Moroso viene da lontano: 1952. Attorno ad essa si solidifica il distretto della sedia e dell'imbottito di Udine. E l'art director e discendente del fondatore, Agostino, Patrizia Moroso (tra le più illuminate collezioniste italiane, sostiene Palais de Tokyo e di nuovo la Biennale di Venezia) ha sempre fatto della sua azienda l'unico produttore art-driven del panorama del design italiano.
Per la terza edizione, Moroso offre il suo omonimo premio, nato da un'idea di Andrea Bruciati: premiare giovani artisti italiani e residenti nei loro territori, con una mostra e un catalogo e tra essi sceglierne tre per speciali installazioni da ambientare nei negozi del gruppo a Milano, Londra e New York.
Quest'anno la giuria ha selezionato 36 artisti, da cui selezionarne poi ulteriormente 12 (un terzo) da mostrare in una grande città italiana (Venezia, quest'anno): Alek O. (Buenos Aires, 1981), Salvatore Arancio (Catania, 1974), Davide Balliano (Torino, 1983), Sergio Breviario (Bergamo, 1974), Linda Fregni Nagler (Stoccolma, 1976), Giulio Frigo (Arzignano, 1984), Paolo Gonzato (Busto Arsizio, 1975), Nicola Martini (Firenze, 1984), Alessandro Piangiamore (Enna, 1976), Andrea Sala (Como, 1976), Luca Trevisani (Verona, 1979), Nico Vascellari (Vittorio Veneto, 1976).
Sabato 23 marzo alle 18.30 viene proclamato il vincitore a Piazza San Marco 71, la storica galleria dei giovani talenti con cui il Premo collabora e che espone, fino al prossimo 5 maggio, le opere dei finalisti con un catalogo a loro dedicato. Noi scommettiamo su Vascellari e Linda Fregni Nagler (tra le più interessanti fotografe milanesi, ha esposto la sua prima personale da Monica de Cardenas con un progetto sulla fotografia giapponese). Vi aggiorneremo sulla mostra e sul catalogo.
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Come previsto, Nico Vascellari e Linda Fregni Nagler sono stati tra i prescelti della giuria, insieme con Luca Trevisani. Rispettivamente, Vascellari e Fregni sono stati scelti anche perché convincente era il loro progetto per gli showroom di Milano e Londra della Moroso dove potranno creare ed installare una mostra site-specific, mentre Trevisani lo farà a New York. Abbiamo cercato di scoprire di più sui progetti (uno schermo rimandava alcune immagini dei progetti vincitori, inclusi i progetti per gli showroom ma la folla e soprattutto la brevità dello slide show non ci ha permesso di coglierne la portata). Lo abbiamo chiesto allora direttamente ad alcuni protagonisti (tranne Vascellari, assente).
Andrea Bruciati: “Vascellari ha colpiti soprattutto per il suo progetto, che sarà esibito al Fuorisalone 2014. Coinvolgerà, nello showroom più importante dell’azienda, tutti gli artisti selezionati per il premio!”
Linda Fregni Nagler:” Sono stata incredibilmente felice per il premio e soprattutto perché è stato accolto il progetto che avevo immaginato. Lavoro ancora una volta sulla memoria e sugli archivi (stavolta sono partita da un’immagine di un martello nell’atto di fare la sua funzione, un’immagine che viene da archivi russi). Ho selezionato immagini di mestieri e lavoratori (selezionerò anche quelle dell’archivio dell’azienda, finora non c’è stato tempo, ma lo farò) e creerò un luogo dentro un luogo per parlare di creazione e di quel periodo che precede la rivoluzione industriale, ancora con un piede nelle radici del fare artigiano. A stupire di quel mondo spesso le proporzioni: piccoli e valenti uomini a confronto, vinto di misura, con gigantesche turbine in azione.”
Patrizia Moroso: “Siamo un paese di tradizione creativa, abbiamo educato al bello il mondo intero, il Premio è un avamposto di protezione per gli artisti e i loro saperi, oltre che una piattaforma di condivisione”.
Intensa l’opera di Paolo Gonzato, un forte gesto sculturale che – per dimensioni e foggia – ancora una volta intriga per il rapporto deciso con la decorazione di interni (lo erano già suoi colori e forme espressi in collage visti su riviste italiane). Presenta L’Isola delle Rose, un lavoro del 2012 per APalazzo, Brescia: una grande piece direttamente dalla natura ma messa in scena come per un gran ballo. Un pezzo di legno e gommalacca, color oro, che sembra un pezzo d’albero con preponderanti radici.
Il lavoro di Vascellari è anomico, introietta dentro di sé tutti i gesti possibili. Una somma oscura di tutti i colori, tendente al nero, con forti innesti grafici malcelati qui e lì su piccole tessere di carta che compongono un quadro (si chiama Bus de La Lum, del 2011: il titolo si riferisce a una grotta nei pressi di Pordenone, il buco della Luce). La pasta del colore, la densità della sua sovrapposizione sono una texture ideale che Moroso potrebbe immediatamente sperimentare per lussuosi tappeti…